Con 34 Rifugi, 19 bivacchi e capanne sociali la SAT
garantisce l’ospitalità in quota sulle montagne del Trentino.

Punti di riferimento stabili per tutti gli alpinisti e frequentatori della montagna,
i rifugi sono sempre più luogo di accoglienza e incontro sociale.

 La  Società degli Alpinisti Tridentini (S.A.T.) venne  fondata a Madonna di Campiglio il 2 settembre 1872 con il nome di Società Alpina del  Trentino. I soci fondatori intendevano promuovere la conoscenza delle montagne trentine,  lo sviluppo turistico delle vallate e "l'italianità"  del Trentino. I mezzi per perseguire tali scopi erano: la costruzione di rifugi, la  realizzazione di sentieri, finanziamenti agli albergatori, organizzazione delle guide  alpine, ascensione di cime e pubblicazione di scritti geografici e alpinistici.

Primo  presidente fu Prospero Marchetti, vice-presidente Nepomuceno Bolognini. Venne assunta quale motto sociale una poesia dell'americano Henry Wadsworth Longfellow: “Excelsior !” I soci venivano convocati due volte l'anno  in un ritrovo primaverile e in uno estivo - i Congressi - nel corso dei quali venivano  presentate relazioni alpinistiche, geografiche, naturalistiche, storiche e veniva  tracciato l'andamento dell'associazione. Il primo congresso si svolse a Madonna di  Campiglio nel 1872, nel 1994 si celebrò a Trento il 100°. Nel 1920 la S.A.T. divenne sezione del Club  Alpino Italiano (C.A.I.), mantenendo caratteristiche di autonomia. Gli anni che portano  alla seconda guerra mondiale sono caratterizzati soprattutto dal ripristino dei rifugi e  delle opere danneggiate dalla guerra e dall'apertura dell'alpinismo a tutti gli strati  sociali con la nascita della S.O.S.A.T. (Sezione operaia della S.A.T.).

Attualmente la S.A.T. annovera oltre 22.000  soci, suddivisi in 77 Sezioni e 7 Gruppi; possiede 34 rifugi, 16 bivacchi e vari punti  d'appoggio e capanne sociali, cura la segnaletica e la manutenzione di oltre 4.500 km di  sentieri; il Soccorso Alpino, fondato nel 1952, conta 600 volontari suddivisi in 37  stazioni sparse sul territorio provinciale con un'unità cinofila ed una speleologica.

Fin dalla sua fondazione la S.A.T. ha  intrapreso un’intensa attività editoriale con la pubblicazione di ventisei annuari e  di oltre 400 pubblicazioni sociali, commemorative e scientifiche. Dal 1904 pubblica il  "Bollettino" sociale. La sede centrale dell’associazione si  trova a Trento nel Palazzo Saracini-Cresseri (sec. XVI) che ospita oltre  all’Organizzazione centrale, il Museo della S.A.T., l’Archivio storico, la  Biblioteca della montagna, l'ufficio "MontagnaSATinformA", la Direzione  provinciale del Corpo soccorso alpino S.A.T., la Sezione S.A.T. di Trento, la S.U.S.A.T.  (Sezione universitaria), il Coro della S.A.T., il Collegio provinciale delle Guide alpine,  il Gruppo rocciatori S.A.T. e la Scuola di alpinismo e scialpinismo "Giorgio Graffer".

La storia della S.A.T. sino al primo  dopoguerra si intrecciò strettamente alle vicende politiche e storiche del Trentino. In  seguito il venir meno del peso politico dell'associazione venne controbilanciato  dall'aumento costante della sensibilità nei confronti dell'ambiente montano, dalla  promozione di un rapporto semplice e a misura d'uomo con la montagna. Il sentiero  tracciato dalla S.A.T. fino ai nostri giorni è premiato da un costante aumento di soci,  oltre 22.000, da riconoscimenti internazionali e da centinaia di soci che prestano  gratuitamente la loro opera per la manutenzione dei sentieri, per iniziative a tutela  dell'ambiente montano, per corsi di alpinismo, scialpinismo e speleologia, per studiare  ghiacciai, flora e grotte.

Il volontariato della S.A.T. - associazione prettamente  non-profit - è uno dei più preziosi omaggi alle Dolomiti e a tutte le montagne del  Trentino, annualmente sono oltre 200.000 le ore lavorative gratuite prestate dai  soci. www.sat.tn.it

1% for the Planet

Dal 2020 la S.A.T. aderisce al progetto globale di conservazione dell’ambiente che va sotto il nome di 1% for the Planet, associazione internazionale che prevede l’impegno da parte delle aziende coinvolte nel destinare almeno l’1% del fatturato in pratiche di rispetto, conservazione e riqualificazione ambientale.
Il sistema funziona distribuendo aiuti a piccoli gruppi impegnati a livello locale su problemi specifici, evitando così le grosse associazioni generaliste che assorbono con i loro sistemi di gestione farraginosi, la maggior parte delle risorse che raccolgono.