Volontariato al rifugio

Grazie di avermi contattato per il rifugio Taramelli!
È sempre un piacere scoprire che ci sono persone interessate a salvaguardare questo piccolo rifugio che ha più di 110 anni! Nei numerosi anni che ho passato al rifugio, prima come volontario e poi come gestore, ho raccolto le domande più frequenti che le persone che si avvicinano per la prima volta mi rivolgono. Ti invito a leggere tutto con attenzione. Poi se avrai ancora qualche domanda particolare che non rientra in quelle elencate, potremmo approfondire il discorso di persona.


Domande Frequenti

  • Certamente, tutti gli anni.
    In realtà questa non è un’iniziativa, ma la modalità con la quale il rifugio è sempre stato gestito. Dagli anni ’60, quando il rifugio è stato dato in gestione alla Susat, fino al metà anni ’90, non c’era nemmeno il gestore, ma solo noi soci che ci scambiavamo ogni domenica sera. Se c’è un elemento anomalo al Taramelli, è il gestore, non i volontari. Il gestore è stato introdotto negli ultimi anni per motivi legali, è diventato obbligatorio avere un responsabile sempre presente sul posto.

  • È la Sezione universitaria della Società Alpinisti Tridentini. Ma per farne parte non è obbligatorio essere iscritti all’università, molti dei nostri soci lo sono solo per “simpatia” nei confronti della sezione. Sul sito Susat trovi tutte le informazioni e iniziative.

  • Non è prevista nessuna remunerazione. È una vacanza-lavoro basata su uno scambio: attività volontaristica di supporto al gestore in cambio di vitto e alloggio e possibilità di gestirsi il tempo libero in montagna.

  • Il periodo di volontariato al rifugio si svolge nel periodo di apertura del rifugio, da giugno a settembre.

  • 16 anni.

  • La Susat gestisce il rifugio dal anni ’60 e grazie al suo impegno è riuscita a salvare il rifugio dalle pesanti ristrutturazioni che l’avrebbero ingrandito, ma anche snaturato. Grazie a quest’opera di salvaguardia, il rifugio Taramelli è l’ultimo rifugio a cubo rimasto. Si tratta del modello costruttivo con cui venivano costruiti i rifugi all’inizio del ‘900: un cubo di 6 metri per 8 di base e due piani di altezza, costruito con sassi prelevati sul posto e rivestito all’interno di legno. Il rifugio Taramelli è ancora come è stato costruito nel 1904.. Ormai è un pezzo di storia.
Ci facciamo aiutare dai volontari per questi motivi:
    
- Il rifugio è troppo piccolo per avere i numeri sufficienti a sostenere 4 o 5 dipendenti. Andrebbe decisamente ingrandito, ma per il suo valore storico ci batteremo sempre perché non succeda.

    - allo stesso tempo in certi periodi dell’anno abbiamo bisogno di persone che ci aiutino, perché l’afflusso è eccessivo per poter restare solo in due.

    - siamo orgogliosi di difendere l’idea di un turismo diverso, legato ad un minore impatto dell’uomo nell’ambiente, a rapporti più umani, ad una maggiore semplicità. Luoghi più isolati, meno persone, maggiore semplicità.

    - noi della Susat portiamo avanti così il rifugio da decenni e ci piace avere un contatto diretto con la montagna e la natura.
    
- a molte persone che vivono vite completamente diverse, che vengono da altre realtà, magari da grandi città, piace avere la possibilità di conoscere la vita di rifugio dall’interno. Allo stesso tempo, qui siamo in mezzo alla natura ed alle montagne. Un ambiente che amano, ma che magari frequentano poco.

  • Unico requisito assolutamente obbligatorio è l’iscrizione ad una sezione del CAI, SAT, AVS, DAV ecc. A seconda del momento possono esserci altre disposizioni: nel 2020 ad esempio era obbligatoria la frequenza di un corso anticovid.
 L’altro requisito importante è la capacità di relazionarsi in maniera positiva con le altre persone. Per due motivi: siamo un piccolo gruppo di persone che magari non si conoscono, ma che devono vivere e lavorare a stretto contatto. Magari solo una settimana. Andare d’accordo e integrarsi con gli altri è fondamentale. 
Come secondo motivo, siamo un servizio pubblico: abbiamo a che fare tutti i giorni con ospiti e clienti. Per offrire una magnifica esperienza ai nostri ospiti, ma anche gestirli quando sono difficili, occorrono attenzione, impegno e umanità. Come ultima cosa bisogna essere in grado di trasportare i carichi al rifugio con lo zaino. Questo è spiegato in un punto specifico più avanti.

  • Ci sono sezioni Cai in tutta Italia, anche nel meridione e nelle isole. Cerca in internet la sezione più comoda per te.
 Altrimenti puoi rivolgerti direttamente alla Susat ed iscriverti alla nostra sezione.

  • Sono da solo, posso partecipare?
Ma certo! Anzi, potrebbe essere l’occasione per conoscere nuove persone. Nei decenni di storia del rifugio, tra i volontari sono nate moltissime amicizie.

  • Certamente, l’importante è rientrare nel numero previsto. Se siete una squadra di calcio, siete in troppi. Il numero ottimale è 2-3 persone. 4 persone vorrebbe dire che in una settimana di punta ci sono solo persone nuove e cerchiamo sempre di evitarlo.

  • No, nella maniera più assoluta.
Questo è un punto molto importante, e devo essere chiaro.
Non siamo un società di formazione, né un luogo dove mandare i figli in castigo. O peggio ancora, dove lasciarli quando i genitori devono andare in vacanza. Siamo un rifugio Cai, e dobbiamo svolgere un servizio pubblico. Se il ragazzo viene di malumore o costretto dai genitori sarà scontroso e intrattabile, passerà un bruttissimo periodo e renderà a noi la vita infernale. 
E ci creerà dei problemi con il pubblico.

    Quindi niente da fare.

  • Certamente, l’importante è che la richiesta venga dal ragazzo, che ami stare in montagna e la vita un po’ spartana. Se i genitori sono d’accordo, per noi non c’è nessun problema. Anzi, negli anni abbiamo avuto anche degli adolescenti meravigliosi e bravissimi!
Anche per loro è necessario essere soci Cai. Nel caso non lo fossero possono fare la tessera Giovane, che costa circa la metà del socio Ordinario.

  • Al rifugio ci sono 2 persone (il gestore ed un suo aiutante fisso), più i volontari, da 2 a 3 a seconda del periodo. In totale quindi siamo sempre 4 - 5. Nel periodo di punta a ferragosto magari potremmo essere in 6.

  • I turni si svolgono da domenica pomeriggio/sera alla domenica successiva pomeriggio/sera. Sono organizzati così proprio in funzione della domenica. Come potrai immaginare la domenica, soprattutto a pranzo, è il giorno più caotico ed affollato della settimana. Pensa come sarebbe iniziare subito nel momento peggiore: il caos totale, per te, per noi e per i poveri ospiti che si aspettano comunque un servizio senza dover aspettare delle ore.
Incominciando la domenica sera è tutto molto più facile, perché a cena/dormire ci sono solo solo poche persone. Si comincia di fatto il lunedì e si arriva al pranzo della domenica con almeno una settimana di esperienza.

  • Da domenica sera a domenica sera. 

    La durata classica è di una settimana, ma negli ultimi anni, vista la situazione burocratica sempre più complessa, preferiamo i turni più lunghi di una settimana, soprattutto per chi viene la prima volta.
 L’importante è mantenere la scansione da domenica a domenica. Immaginati come sarebbe se uno facesse sei giorni, uno una settimana e uno tredici giorni. Sarebbe impossibile organizzare un calendario regolare e ci ritroveremmo in troppi, o in troppo pochi.

  • Sì. Il sabato ci sono ancora i volontari della settimana precedente più gli ospiti. Abbiamo solo dodici posti letto per gli ospiti. Ci servono i posti letto. E chiaramente non possiamo ritrovarci con più personale (gestori e volontari) che ospiti. Io spesso dormo in tenda per liberare del posto, ma il rifugio è comunque piccolo, non possiamo farci niente.

  • 
Sì, sarebbe uno dei problemi maggiori. Come ti dicevo prima la domenica, soprattutto a pranzo, è il giorno più caotico ed affollato della settimana. Per questo motivo abbiamo bisogno di tutti. A volte chiamiamo anche qualche amico in più. Questo è veramente uno dei momenti più critici e problematici della gestione di un rifugio.

  • L’attività è molto varia: dalle pulizie, alla cucina, al servizio ai tavoli, in funzione delle esigenze della gestione e delle proprie. 
Il lavoro si svolge principalmente all’ora di pranzo, perché il rifugio è abbastanza vicino e molte persone vengono solo per mangiare. Nel primo pomeriggio l’ambiente si svuota.
 Questo in linea di massima, ma poiché siamo in montagna a 2000 metri, dipende soprattutto dal tempo e dalle condizioni ambientali, potrebbe anche piovere tutto il giorno e non venire nessuno.

    Ogni giorno ci riorganizziamo in base alle condizioni.
 A volte abbiamo anche dei lavori diversi da fare: riparazioni, manutenzione sentieri, il carico della spesa.

  • 
Le istruzioni sono strutturate in tre modi:

    1. alcune ti verranno inviate da me via email. Ne troverai anche una copia stampata al rifugio. Ad esempio quelle riguardanti l’HACCP, la gestione di cibi e bevande.

    2. I volontari in partenza ti faranno fare un giro del rifugio per spiegarti come funziona. Altre cose ti verranno spiegate volta per volta, a seconda delle necessità.

    3. Durante uno dei pasti, facciamo un breve punto della situazione e delle cose da fare.



    Per qualsiasi altra cosa, chiedi sempre! Non ti inventare soluzioni fantasiose. È un posto che non conosci, nessuno pretende che tu sappia tutto. Non c’è nessun problema se ci chiedi le cose più volte, ma non inventarti nulla!
Se infili in pelapatate nel primo cassetto che trovi, perché ti vergogni di chiederci per la terza volta dove va messo, noi poi magari passiamo tre mesi a cercarlo!
 Chiedilo anche la quarta volta, senza paura.

  • A spalla. Un paio di volte in settimana scendo a fare la spesa. Con il fuoristrada arrivo fino a 10 minuti a piedi dal rifugio e poi facciamo la spola con lo zaino per portare su tutto.

  • Come spiegato nel punto precedente bisogna essere in grado di portare carichi di 10-20 Kg su un terreno ripido e sconnesso per un tempo di due ore. Si fa su e giù fino a quando non si è trasportato tutto quello che deve salire e tutto quello che deve scendere.

  • No. La cucina è già organizzata, nessuno ti chiederà di improvvisarti cuoco. Siamo in due in cucina, avremo bisogno solo di lavori di contorno, tipo sbucciare patate, mele, tagliare formaggio a cubetti ecc.

  • 
Sì, siamo felici di avere qualcuno che ci sgravi in parte dal lavoro della cucina. Quello che non puoi fare è impadronirti della cucina e metterti a fare di testa tua. Non è una questione di sfiducia, potresti anche essere il miglior chef del mondo. Ma abbiamo delle procedure basate anche su esigenze che tu non conosci. Pensa solo all’approvvigionamento, siamo in cima ad una montagna, non di fronte ad un supermercato, e facciamo la spesa un paio di volte in settimana. Ogni cosa viene contata e calcolata in base alle esigenze. Quindi il controllo della cucina deve rimanere sempre in mano nostra. 
Se sei appassionato/a di cucina comunque come prima cosa puoi affiancarci nel nostro lavoro e magari cucinare qualcosa per noi. Soprattutto se vieni da fuori regione, fa sempre piacere a tutti sedersi a tavola insieme e mangiare qualcosa di sconosciuto.
È veramente importante è che tu faccia sempre riferimento a me e all’altra persona che si occupa della cucina e che concordiamo insieme le cose da fare. 
Fatte queste premesse, saremo felici di avere il tuo aiuto in cucina!

  • A volte. Comunque abbiamo 12 posti letto, quindi sono solo poche persone. A volte è pieno, a volte c’è qualche ospite, a volte non c’è proprio nessuno.

  • La sistemazione è presso il rifugio, normalmente in camerata con gli altri volontari che partecipano alla gestione. Ci sono tre camere. Se non ci sono ospiti ci si sparpaglia ognuno secondo la propria preferenza, se invece abbiamo ospiti ci riuniamo tutti in una delle camere. I letti sono di legno e sono molto comodi. Io normalmente dormo fuori in tenda.

  • 
In linea di massima no, è tutto compreso. Ci dai una mano a portare avanti il rifugio, per di più gratis, rifocillarti è il minimo che possiamo fare.
 Tieni solo presente alcune cose: in cucina abbiamo delle esigenze e dei problemi particolari, per cui non tutto è sempre a disposizione per tutti. Nemmeno per me.
 Magari qualcosa sta finendo e non abbiamo in programma di scendere per un paio di giorni, oppure viene da lontano ed è di difficile reperimento. Non pensare ad Amazon, lassù non arrivano i corrieri. Non basta fare l’ordine on line per vedere arrivare la marce. Qualsiasi cosa ce la dobbiamo andare a prendere. 
Per questo motivo, chiedi sempre prima di prendere qualcosa.
 Ci sono ristoranti che fanno pagare ai dipendenti le loro consumazioni. Da noi non funziona così. Siamo come una famiglia, anche se solo per una settimana. Ma semplicemente non servirti come se fossi a casa tua. Non è carino. E potrebbe causarci dei problemi se quello che ti sei mangiato/bevuto ci fosse servito o fosse stato l’ultimo.

  • Sì e no. A volte nemmeno io mangio un dolce per settimane. Non perché non voglia, in realtà sono ghiotto di dolci! Semplicemente perché finiscono sempre prima che riesca ad agguantarne un pezzo. Fare i dolci è la cosa che fa perdere più tempo in assoluto in cucina, per cui sono sempre centellinati. Ogni tanto ci prendiamo un paio di fette per noi e ce le dividiamo a pranzo o a cena. È giusto pensare alle esigenze della cucina e degli ospiti, ma anche la qualità della nostra vita è importante!
 Se poi nei ritagli di tempo mi vuoi dare una mano, sono sempre felice di fare un dolce in più per noi.

  • In linea di massima no, possiamo gestire tutto. Ma chiaramente in questi casi ti chiedo di darci una mano per le tue preparazioni, in modo da velocizzare tutto.

  • 
Il rifugio si trova a 2046 m, quindi il tempo può essere molto vario, dal sole che brucia all’improvvisa nevicata.
 Per tutti i giorni è meglio avere con sé abbigliamento comodo da poter utilizzare nelle varie attività di gestione del rifugio (pantaloni, magliette, scarpe da ginnastica) e qualche capo d’abbigliamento più pesante (pile) per la sera e (purtroppo!) le giornate di brutto tempo.
 Ricordati anche una giacca impermeabile.

    Per l’attività in cucina è necessario avere qualcosa per coprire la testa tipo cappellino, foulard o bandana.
 In cucina sono anche vietati i capi tecnici, perché sono altamente infiammabili. È obbligatorio avere delle t-shirt di cotone.

    
Per il tempo libero l’attrezzatura da montagna: scarponcini, ma anche materiale da roccia potranno essere utilizzati durante le escursioni o arrampicate nei dintorni del rifugio. Non vale comunque la pena di caricarsi eccessivamente di vestiti, perché c’è abbondante acqua calda prodotta da una piccola turbina idroelettrica e la lavatrice viene usata quotidianamente.
 Se vuoi arrampicare portati solo le scarpette, l’imbrago e il casco. Il resto te lo prestiamo noi.

  • 
Ci sono varie passeggiate di lunghezza variabile, anche un paio d’ore di cammino; due rifugi ad un’oretta di distanza; una brave e facile ferrata che si può fare in un pomeriggio; alcune ferrate lunghe. Chiaramente dipende tutto dalla tua capacità, esperienza e allenamento.
Ci sono anche alcune arrampicate.

  • Mi dispiace, ma anche prendendo tutti i mezzi a disposizione, per arrivare al rifugio dovrai camminare su sentiero di montagna almeno mezz’ora, non lo puoi fare con una valigia o un trolley.

  • 
È molto difficile che scendiamo di domenica, perché è una giornata molto affollata ed siamo molto occupati. Devi calcolare di arrivare su da solo. Anche per questo ti serve uno zaino e non una valigia.
Se per qualche motivo dovessi comunque scendere in paese, ti darò volentieri un passaggio.

  • Segui le indicazioni sulla pagina web del rifugio Come raggingerci. Fai molta attenzione a controllare tutti gli orari a giugno e a settembre, perché nei periodi di cambio stagione variano e potrebbero non essere aggiornati. Allo stesso modo certi servizi non sono attivi.

  • Sono circa 7km e 700m di dislivello. Sulla pagina web del rifugio Come raggiungerci ci sono tutte le indicazioni.

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Scendiamo a fare la spesa un paio di volte in settimana, tendenzialmente di pomeriggio. Chiaramente in caso di necessità scendiamo anche fuori programma. Se ti serve un medico, ti accompagniamo dalla guardia medica subito, non quando abbiamo previsto di scendere per la spesa, magari fra tre giorni.

  • Non eccessivamente. Nel 2001 è stata costruita una piccola centralina idroelettrica con la quale produciamo corrente elettrica e scaldiamo l’acqua. Quindi c’è sempre l’elettricità. Abbiamo anche la lavatrice, una lavastoviglie industriale in cucina, acqua calda in abbondanza, la doccia, l’asciugacapelli. Dobbiamo solo fare un po’ di attenzione a non usare tutto insieme, ma per questo ci sono delle procedure precise.

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Dipende dalla compagnia. Tim: abbastanza bene. Vodafone: quasi nulla, ogni tanto qualcuno riferisce di avere preso un po' di segnale all’esterno, sulla terrazza del rifugio. Wind-Tre: abbastanza bene. Iliad: quella che prende meglio.
    
I telefoni comunque prendono solo sulla finestra, non dentro il rifugio, perché i muri di sasso sono troppo grossi e non passa il segnale. In caso di necessità c’è comunque il telefono ufficiale del rifugio. Avvisa prima a casa della copertura telefonica e lascia eventualmente il numero del rifugio come riferimento. Non fare preoccupare i tuoi cari per niente! Qualche mamma apprensiva ci ha già mandato il soccorso alpino.
 Tieni comunque presente che in caso di brutto tempo, il segnale può sparire completamente.

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Sì, c’è una rete di Trentino Network. Per registrarti ti arriverà un sms, se il tuo telefono non prende nemmeno un po’, potrebbe essere un problema. Tieni comunque presente che il segnale WIFI è debole e salta spesso, soprattutto con il tempo incerto o brutto.

  • No, e non ci sarà mai. Con tutte le meraviglie che abbiamo intorno, vieni in montagna per guardare la televisione?

  • 
Sono molto felice che suoni la chitarra, ma non serve che la porti, c’è già al rifugio. L’ho comperata apposta per queste situazioni. Capita spesso qualcuno che sa suonare, ma nessuno se ne va in giro con la chitarra nello zaino. C’è anche un canzoniere.

Bene, ora che sei giunto alla fine, possiamo passare ai prossimi passi.

1. Come prima cosa ti chiedo di mandarmi un’email raccontandomi chi sei, come sei venuto a conoscenza del rifugio, che esperienza hai, perché vorresti venire ecc. Non è un test d’ammissione, serve solo per conoscerci!

2. A questo punto resta solo da concordare le date tra quelle rimaste a disposizione.

3. Come ultima cosa mi serve la copia della tua tessera Cai con la pagina dei tuoi dati e il bollino dell’anno in corso. Non mi serve un documento ufficiale, mi basta una foto fatta col telefono. Ricevuta la copia, sei definitivamente confermato!

Magari qualcuno di questi punti è già stato superato, magari mi hai già raccontato tutta la tua vita, magari ci siamo già sentiti al telefono.

Come ti dicevo all’inizio, ricevo decine di email e ho bisogno di semplificare il processo, per non passare le giornate a scrivere o raccontare sempre le stesse cose. Quindi ti chiedo scusa se sono stato ripetitivo o hai già fatto qualcuno dei passaggi richiesti.

Ti lascio l’indirizzo a cui scrivere, nel caso non l’avessi già:

volontari@rifugiotaramelli.it

Intanto grazie di cuore della disponibilità e dell’interesse!

A presto,
Nicola e il gruppo del rifugio Taramelli